Il progetto del Museo
Della Scienza in Via
Guido Reni si innesta in
un’area del II municipio
di Roma, quartiere
Flaminio a ridosso del
Villaggio Olimpico.
L’area di intervento,
occupata dall’area delle
ex caserme, risulta
baricentrica rispetto al
tridente generato da
Viale Pinturicchio, Via
Guido Reni e Via Del
Vignola e confina
marginalmente con il
MAXXI di Zaha Hadid. A
livello viario ed urbano
l’asse di Via guido Reni
mette in comunicazione
il sedime di progetto,
da un lato con il
complesso del Foro
Italico attraverso il
Ponte della Musica,
dall’altro con
l’auditorium Parco della
Musica di Renzo Piano,
passando trasversalmente
alla viabilità della Via
Flaminia e lambendo
marginalmente il piccolo
complesso del palazzetto
dello sport di Annibale
Vitellozzi e Pier Luigi
Nervi. A partire
dalle linee generali,
rintracciate dalle
assemblee capitoline,
per il progetto di
riqualificazione
dell’area è stato quindi
analizzato l’intorno a
livello tipologico,
viario e di polarità
andando poi ad
analizzare più nel
dettaglio i possibili
percorsi di eventuali
visitatori dell’area.
Individuati i flussi
principali e rispettando
le linee generali
suddette, a livello di
masterplan sono state
mantenute le caserme
esistenti destinandole a
uffici, ricettivo e
commerciale, prevedendo
a completamento un’area
destinata a residenze,
ad alloggi sociali e
destinando l’area in
diretta comunicazione
con il cortile del MAXXI
al progetto del Museo.
Il fronte del Museo
è stato arretrato
rispetto al profilo
stradale, prevedendo una
quinta verde permeabile
verso la viabilità di
via Guido Reni e verso
il parco del MAXXI. La
piazza principale di
accesso al complesso, è
stata quindi delimitata
con un volume di testa
totalmente vetrato
contenente tutte le aree
di servizio al museo
installando poi su
questo un secondo volume
anulare destinato ad
ospitare il percorso
espositivo.
L’articolazione del
volume complessivo ha
permesso la creazione di
una corte interna
all’edificio ed una
tripartizione degli
accessi al piano terra,
due direttamente al
volume principale
tramite la piazza e la
corte ed uno all’area
della sala conferenze
che mantiene così la sua
totale autonomia
funzionale. Il
percorso espositivo
permanente si sviluppa
attraverso un percorso
anulare concentrico, con
successioni di pieni e
vuoti, di aree
terrazzate ed aule a
tutta altezza nell’area
semicircolare del volume
dell’edificio ed è
articolato sui 3 livelli
che compongono il
complesso con l’uscita
posizionata al terzo
livello del volume di
testa. Dall’uscita
del percorso espositivo
nel volume di testa al
terzo piano, è possibile
per il visitatore
accedere a delle aree
relax con postazioni
multimediali poste sul
terrazzo aggettante al
centro del volume,
scendendo al secondo
piano si trovano aule
per i workshop e
l’accesso alla terrazza
per eventi ed
esposizioni temporanee,
scendendo ancora a piano
primo si hanno infine
un’ala per esposizioni
temporanee ed un
planetario. L’ultima
rampa di scale da detta
terrazza accompagna il
visitatore al termine
della visita ed al piano
terra del volume di
testa dove trovano
spazio, oltre alle
biglietterie,
all’accesso
all’esposizione
permanente e l’ala a
piano terra della
stessa, una sala
audiovisivi, un bar, il
bookshop oltre ai
servizi igienici e un
grande foyer con zona
relax. Nei piani
superiori di detto
volume di testa
terrazzato, speculari
alle terrazze elencate
precedentemente ed in
corrispondenza dell’area
affacciata verso la
piazza principale, ai
vari piani abbiamo degli
uffici, una biblioteca e
un ristorante panoramico
al terzo piano. La
struttura, in virtù
delle luci, delle
altezze e degli aggetti
prevede travi e pilastri
in calcestruzzo armato
precompresso, facciata
continua lungo tutto il
volume, ad eccezione del
prospetto sul retro che
è opaco, rivestito in
materiale lapideo
installato su
sottostruttura
metallica, con lunghe
finestrature a nastro.
Sotto il profilo
illuminotecnico, per il
controllo
dell’illuminazione
naturale, l’area
espositiva presenta una
struttura su montanti e
correnti, anteposta alla
facciata continua, con
alternate doghe
metalliche nervate e
microforate. Tale
espediente, oltre a
creare una partitura
materica del volume
permette di diffondere
la luce naturale ed
integrarla efficacemente
con l’illuminazione
artificiale
dell’esposizione.
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