Prada Boutique Aoyama

Herzog & de Meuron – Prada boutique Tokio, Giappone, 2000-2003

Abbiamo deciso di concentrarci inizialmente sul volume verticale contenente la massima superficie lorda consentita, in modo che parte della superficie del lotto non possa essere sviluppata. Questa zona formerà una sorta di piazza, paragonabile agli spazi pubblici di una città europea.

La forma dell'edificio è sostanzialmente influenzata dall'angolo di incidenza del profilo locale. A seconda di dove si trova lo spettatore, il corpo dell'edificio assomiglierà più a un cristallo o ad un tipo di edificio arcaico con un tetto a due falde. Il carattere ambivalente, sempre mutevole e oscillante dell'identità dell'edificio è accentuato dall'effetto scultoreo della sua struttura di superficie vetrata. La griglia a forma romboidale sulla facciata è rivestita su tutti i lati da una combinazione di pannelli di vetro convessi, concavi o piatti. Queste diverse geometrie generano riflessi sfaccettati, che consentono agli spettatori, sia all'interno che all'esterno dell'edificio, di vedere costantemente le immagini e le prospettive quasi cinematografiche dei prodotti Prada, della città e di se stessi.

Ma la griglia sulla facciata non è semplicemente un'illusione ottica; è attivamente incorporato nell'ingegneria strutturale e, in combinazione con i nuclei verticali dell'edificio, supporta i soffitti. Il tubo orizzontale irrigidisce la struttura e fornisce anche più aree private per gli spogliatoi e il check-out sui piani altrimenti aperti, inondati di luce dell'edificio.

Gli accessori con lampade e mobili per la presentazione dei prodotti Prada e per i visitatori sono stati recentemente progettati appositamente per questo luogo. I materiali sono iper-artificiali, come la resina, il silicio e la fibra di vetro, o iper-naturali, come la pelle, il muschio o le assi di legno porose. Tali materiali contrastanti impediscono una classificazione stilistica fissa del sito, consentendo agli aspetti tradizionali e radicalmente contemporanei di apparire come componenti auto-evidenti e uguali della cultura globale di oggi.
Herzog & de Meuron, 2003